Perizia sulla dinamica di un infortunio sul lavoro
L’importanza di avere una Perizia sulla Dinamica di un infortunio sul lavoro
Una perizia sulla dinamica di un infortunio sul lavoro o comunque una perizia su un qualsiasi evento che ha causato lesioni o danni che possono essere risarciti dal datore di lavoro o da un’assicurazione personale è fondamentale per poter sperare in un giusto risarcimento del danno.
L’indeterminatezza dei fatti e della dinamica o la sussistenza di diverse ipotesi in merito alla dinamica di un infortunio sul lavoro, che portano ad ipotesi tutte ugualmente possibili e nessuna confutabile con certezza, può essere motivo di una pronuncia assolutoria da parte dell’organo giudicante con conseguente perdita della possibilità di farsi risarcire.
A stabilirlo è stata la Cassazione Penale Sezione IV – Sentenza n. 3095 del 28 gennaio 2011 (u. p. 15 dicembre 2010)
In altre parole la Corte di Cassazione ha indirettamente sottolineato l’importanza di una perizia sulla dinamica di un infortunio sul lavoro che sappia da un lato dimostrare in maniera chiara i fatti le reali cause dell’infortunio sul lavoro e dall’altro che sappia confutare le ipotesi avversarie sulla dinamica e sulle cause dell’infortunio.
Questa sentenza della Corte di Cassazione è dunque un monito rivolto agli organi competenti affinché svolgano con accuratezza le indagini relative agli infortuni sul lavoro per accertare l’esatto svolgimento dei fatti e per individuare l’esatta dinamica dell’accaduto, ma anche un avvertimento alle parti di avvalersi di periti esperti che sappiano redigere una convincente ed esaustiva perizia sulla dinamica di un infortunio sul lavoro.
Ove vi sia dunque la sussistenza di diverse ipotesi tutte ugualmente plausibili e nessuna totalmente confutabile, sostiene la Corte di Cassazione, produce una situazione di dubbio irresolubile sullo nesso causale degli accadimenti, dubbio che conduce all’adozione di una pronuncia assolutoria ed alla non risarcibilità del danno patito.
Nel caso particolare trattato nella sentenza in esame il Tribunale di primo grado, seguendo una ipotesi sulla dinamica di un evento infortunistico sul lavoro emersa dall’esito degli accertamenti a disposizione (mancava una perizia sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro) ha condannato un imputato ritenuto responsabile delle lesioni nei confronti di un lavoratore mentre la Corte di Appello, alla quale ha fatto ricorso l’imputato stesso, individuando un’altra ipotesi parimenti plausibile in merito alla dinamica dell’infortunio stesso (fornendo una perizia sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro), lo ha assolto ed ecco quindi la decisione della Corte di Cassazione, chiamata ad esprimere il proprio parere, di confermare l’assoluzione dell’imputato motivata dall’assenza di una precisa individuazione dello svolgimento dei fatti.
Entrando più nello specifico della causa per infortunio: Il Tribunale di primo grado ha riconosciuto la responsabilità del venditore di un miniescavatore per il delitto di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e lo ha altre sì condannato al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili.
All’imputato in primo grado è stato contestato l’addebito di aver venduto l’attrezzatura ad un artigiano lavoratore priva di cinture di sicurezza, con la conseguenza che l’acquirente, ribaltatosi mentre era alla guida del veicolo con cui eseguiva alcuni lavori, veniva sbalzato dal posto di guida e poi schiacciato sotto l’escavatore con conseguenze letali.
Il Tribunale, ritenendo provata l’accusa sulla base di alcuni semplici verbali delle autorità, è giunto alla conclusione che la vittima si trovasse all’interno dell’escavatore quando si era ribaltato e che quindi, conseguentemente, l’evento fosse da ascrivere a chi gli aveva venduto il mezzo privo delle cinture di sicurezza che avevano il compito di trattenerlo nell’abitacolo certamente più protetto.
L’imputato propose il ricorso supportato da una perizia tecnica sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro redatta da un ingegnere perito esperto e così facendo ha indotto la Corte di Appello alla parziale riforma della sentenza di primo grado assolvendo l’imputato dal delitto contestatogli perché il fatto non sussiste ed inoltre ha anche revocato la condanna al risarcimento del danno da infortunio sul lavoro alle parti civili ed ha poi rideterminato la pena relativa alla contravvenzione.
La Corte territoriale, infatti, riesaminato il complessivo materiale probatorio, ha ritenuto che non vi fossero certezze in ordine alla dinamica del sinistro non potendosi quindi escludere che, al momento del ribaltamento del mezzo, l’artigiano non si trovasse all’interno del veicolo ma sul terreno intento a sistemare un albero che intendeva trapiantare.
Alla sentenza della Corte di Cassazione hanno fatto ricorso le parti civili e l’imputato. La parte civile ha fatto osservare (ma senza il supporto di una perizia sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro) che se l’infortunato fosse stato intento a sistemare l’olivo, si sarebbe trovato non in prossimità del veicolo, ma a distanza di alcuni metri, visto che il braccio meccanico era nella sua massima estensione quando intervennero le autorità e che un evento come quello prospettato dalla Corte avrebbe senz’altro determinato un tentativo di fuga.
Le lesioni riportate, inoltre, e la posizione prona erano state tali da indurre a ritenere che la vittima fosse stata colpita quando si trovava già a terra e rimasta intrappolata sotto l’escavatore.
L’imputato, da parte sua, lamentava (producendo una accurata perizia sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro) che non fosse stata dimostrata alcuna condotta commissiva in ordine alla vendita dell’escavatore oggetto dell’imputazione in quanto l’assenza delle cinture non fu fondamentale nella causazione dell’infortunio.
La Corte di Cassazione ha così pronunciato la sentenza assolutoria in ordine al reato di omicidio colposo avendo ravvisato l’esistenza di dubbi insuperabili in ordine alla reale dinamica del sinistro essendo stato accertato solo che la vittima è stata schiacciata sotto l’escavatore mentre stava spostando un pesante ulivo che aveva imbracato ed agganciato al braccio mobile della macchina; e che lo schiacciamento è seguito al ribaltamento del veicolo mentre il Tribunale aveva invece ritenuto che il lavoratore, al momento del ribaltamento, si trovasse all’interno del veicolo e fosse stato sbalzato in terra a causa della mancanza della cintura rimanendo schiacciato versione questa non sufficientemente provata una perizia sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro.
Secondo la suprema Corte non è dunque stata ricostruita con certezza la dinamica dell’infortunio e poiché nessuno ha assistito ai fatti e l’ipotesi accusatoria non è stata adeguatamente provata né è risultata priva di plausibilità l’ipotesi secondo cui il lavoratore si trovasse già a terra e stava probabilmente lavorando attorno all’ imbracatura come provato dalla perizia sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro, allorquando, per l’effetto leva determinato dal braccio meccanico in estensione e per il cedimento del ciglio del terreno allentato per la pioggia, l’escavatore si è ribaltato.
L’ipotesi accusatoria quindi non è riuscita a fornire una prova certa dell’evento posto a base dell’accusa che per questo ha mantenuto verosimile l’ipotesi alternativa prospettata dalla difesa con una propria perizia sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro. “In breve”, La Corte di Cassazione – Penale Sezione IV – Sentenza n. 3095 del 28 gennaio 2011 (u. p. 15 dicembre 2010) ha pertanto concluso:, “la coesistenza delle diverse ipotesi, non essendo stato possibile confutare radicalmente nessuna delle due, conduce ad una situazione di dubbio irresolubile sullo sviluppo causale degli accadimenti, che impone l’adozione di pronunzia assolutoria”.
Con la conseguente perdita della possibilità di ricevere ogni indennizzo risarcitorio del danno da infortunio sul lavoro.